Percezione visiva


Il fenomeno della percezione visiva è stato studiato a lungo dalla psicologia della forma (Gestaltpsychologie) .
La domanda a cui la Gestalt ha inteso rispondere è: perché le cose appaiono come appaiono?formulata da Kurt Koffka, uno dei suoi maggiori esponenti.
 La Gestalt ha dimostrato che la percezione sensoriale, e in particolare la percezione visiva, svolge un ruolo creativo:non registra passivamente i dati della realtà come sono, ma attiva,cioè, classifica e interpreta le sensazioni.
La Gestalt, e in primo luogo Max Wertheimer(1880-1943) il fondatore, hanno individuato i principi del raggruppamento degli oggetti: si tratta di schemi innati che collegano e organizzano i dati che riceviamo attraverso l'organo della vista.
I principi più importanti sono i seguenti:
  • Vicinanza:raggruppamento
  • Somiglianza:raggruppamento per simili
  • Continuità:
  • Chiusura
  • Pregnanza:
  • Buona forma
  • Esperienza passata:






Nell'applicazione questi principi, la nostra mente distingue la figura, che attira la nostra attenzione dallo sfondo: es. palla (figura) su un prato (sfondo).
L'organizzazione figura-sfondo è un aspetto fondamentale della percezione visiva. Avvolte non è facile ''estrarre'' la figura dallo sfondo, come nel caso della percezione fluttuante.










Gli errori percettivi




Nel tentativo di rielaborare i dati dei sensi, possiamo talvolta cadere davvero in errore, è il caso delle illusioni percettive


  • Fenomeno phi: percezione di un movimento anche se non è vero. es: lampadine






  • Illusione di Ebbinghaus: Pistillo del fiore più grande a causa del contesto


  • Freccie di Mueller-Lyer: Le seguenti frecce sono uguali, dipende dalla prospettiva

  •  Triangolo di Kanizsa: vediamo il triangolo biancho per i principi gestaltici



La percezione della profondità 


Un' altra caratteristica della vista è la percezione della profondità. Quando osserviamo un ambiente, alcuni oggetti ci paiono più vicini, altri più lontani, altri l'uno a fianco all'altro. La realtà quindi risulta tridimensionale. Quando le immagini  arrivano alla retnia dell'occhio, sono appiattite, bidimensionali. Senza che ce ne rendiamo conto, il cervello analizza le immagini e sulla base di una serie di indizi stabilisce la loro distanza recipocra e quindi la profondita. 
Quali sono questi indizi?
  • Accomodazione: Il cristallo, mette a fuoco la luce la propria curvatura a seconda della situazione: il nostro cervello deduce la prossimità o meno dell'oggetto inquadrato


  • Divergenza binoculare: piu le immagini sono simili piu è lontano l'oggetto. Se sono molto diverse l'oggetto e molto vicino

  •  Conversione binoculare: piu gli occhi ruotano piu l'oggetto è vicino

 altri tipi di indizzi sono:
  •  Indizi pittorici:oggetti grandi sono vicini: interpretazione. Se un oggetto copre qualcosa è piu grande: ombreggiatura

  •  Indizi prospettici: Posizione rispetto all'orizzonte: oggetti posti in alto sembrano piu lontani. Prospettiva lineare: conseguenza di line del punto di fuga. Prospettivia area: oggetti poco nitidi sembrano lontani, nitici=piu vicini



Leggere la mente degli altri: è possibile? 


Quando, all'inizio degli anni '70, comparvero le prime indagini della CT (Computer Tompgraphy, tomografia assiale computerizzata o Tac) del cervello, il sollievo fra i medici, specie nei pronto soccorsi neurologici, fu enorme: in pochi minuti si potevano risolvere dilemmi diagnostici che prima richiedevano ore. Alcuni anni dopo la MARI (Magnetic Resonance Investigaton, risonanza magnetica nucleare) aumentò la possibilità degli studi strutturali del cervello senza il pericolo dell'irradiazione. Non c'erano rischi nelle ricerche con cervelli sani. Si pensò di avere aperto una "finestra sulla coscienza". La finestra non si era aperta sulla coscienza ma sul cervello al lavoro. Era già moltissimo. Si confermò che ogni evento della coscienza (percepire, credere, imparare,...) è correlato all'attivazione di aree cerebrali.
L'applicazione della nuova tecnologia ha portato alla "Global Workspace Theory" (spazio globale di lavoro) del cervello cognitivo. Solo la sincronizzazione d'una vasta area di neuroni con mappa genetica comune rende l'informazione cosciente. I processi coscienti sono meccanismi distribuiti su tutto il cervello. Le ricerche impiegano la visualizzazione del cervello con Tac e risonanza magnetica associare a tecniche non invasive di misurazione diretta (elettroencefalografia, magnetoencefalografia e altre) o indiretta (fMri o risonanza funzionale, Perché o tomografia con positroni e altre) dell'attività del cervello. Con queste tecniche non si leggeva la mente (mindreading), come alcuni sostengono, bensì il cervello che lavora (brainreading). Il neuroscienziato A.M. Owen scrive che la fMri consente il "decide thought an intention" [decodificare pensiero e intenzioni] e il filosofo Tim Byne titola il suo contributo How to read minds [come leggere la mente]. Nessuno dei 23 neuroscienziati, filosofi, antropologi, giuristi, neurologi, psichiatri e psicologi autori del libro precisa che cosa intende per "pensare", per cui non si sa che cosa si vorrebbe decifrare, tanto più che il pensiero ha un contenuto linguistico spesso allusivo, atemporale, fantastico, incongruente e frammentato neanche con le tecniche più aggiornate si può leggere il pensiero degli altri.




A beautiful mind


John Nash era alla ricerca di una teoria innovativa che gli permetterà di conseguire il dottorato di matematica all'università di Princeton. Aveva un solo amico di nome Charles. John riuscì a trovare quell'idea e a conseguire il dottorato.
Erano nel mezzo della guerra fredda, si sospettava che i Russi stiano facendo esperimenti, per la costruzione di una bomba atomica e John viene convocato al Pentagono per le sue capacità in matematica per un incarico riservato. Nella sala di decifrazione, John isolò una serie di numeri che davano l'impressione di essere un messaggio crittato. Dopo aver analizzato il messaggio capii che in realtà erano delle coordinate geografiche degli Stati Uniti.
Una sera entra in contatto con William Parcher, del dipartimento della difesa, il quale lo ha assoldato per una missione top secret alla ricerca del luogo dove i Russi collocheranno la bomba atomica.
Contemporaneamente John viene in contatto con Alicia, si innamorano e si sposano. John viene preso in cura in una clinica e scopre di essere schizzofrenico e Charles, la nipote di quest'ultimo e William Parcher erano frutto della sua immaginazione. Viene curato con lo shock insulinico e torna a casa. Per un periodo di tempo prende delle medicine che lo aiutano ad impedire che le visioni ritornino, ma smette e quest'ultime ritornano, e per sua fortuna riesce a conviverci.
John va a Princeton e inizia a lavorare come insegnante ed un giorno viene nominato al premio Nobel per l'economia e lo vinse.



Cognitivismo e costruttivismo


Molte domande sull'apprendimento restano insoddisfatte dalle teorie che abbiamo considerato fino ad ora: quali sono le capacità che la mente deve avere per imparare? Perché si impara a fare alcune cose più facilmente che altre? Il nostro mondo di essere, di vivere, di pensare influenza il l'apprendimento? Per rispondere a queste domande, alcune correnti della psicologia hanno scelto strade molto diverse dal comportamentismo.
Sulla via già tracciata da Tolman, il cognitivismo evidenzia il ruolo  attivo del soggetto e accorda maggior rilievo ai processi interni di elaborazione e rappresentazione.
Per il cognitivismo non è una reazione, ma un processo che chiama in causa diverse componenti, come la memoria, oltre alle abilità mnetiche (la capacità di memorizzazione). Alle abilità si affiancano gli schemi mentali, cioè strutture di conoscenza in processo costruttivo e dinamico.
Un buon esempio è Jean Piaget che distinse tra schemi mentali di assimilazione e schemi mentali di accomandamento.
Secondo i sostenitori del modello HIP (Human information processing) il computer può essere paragonato alla mente.
Lo psicologo tedesco Ulrich Neisser ha corretto questa impostazione descrivendo un ciclo percettivo.
Lo psicologo statunitense Jerry Fodor le informazioni vengono elaborate da moduli è poi compito di un processo centrale.
Il costruttivismo ritiene l'addestramento un interpretazione personale.



Stella



Francia, 1977. Stella, una ragazzina dei quartieri operai, viene ammessa a frequentare il primo anno di una prestigiosa scuola media, dove si trova come un pesce fuor d'acqua finché non conosce Gladys, la prima della classe, amica per errore e per fortuna.
Prima che Gladys le offra le parole che le mancano, Stella è cresciuta con i testi del juke-box, per casa un rumoroso bar di periferia e per famiglia una schiera di disadattati e alcolisti; presenze fisse ma non propriamente mature, tra le quali spicca l'angelo buono di Guillaume Depardieu.
Stella, della regista Sylvie Verheyde, è dunque il racconto di ciò che avviene quando una ragazzina spensierata e trascurata comincia a prendere coscienza che il suo mondo non è l'unico possibile, non è il migliore, forse non è nemmeno più quello che la fa felice. Nessuno, fino ad ora, le aveva mai insegnato l'ortografia, nessuno le aveva mai detto che esiste una scrittura "retta" dell'esistenza e che lei, se non si trova agli antipodi, di sicuro parte quanto meno "svantaggiata". A noi spettatori, però, lo anticipa la macchina da presa, superandola regolarmente nella sua corsa verso casa, come a sottolineare il gap, la strada che le resta da fare.
Leggermente doloroso, come un cordone ombelicale che si spezza, divertente, come una lingua straniera messa in bocca ad una principiante volonterosa ma impreparata, il film in gran parte autobiografico della Verheyde, affidato all'aria fragile e misteriosa di Léora Barbara, è un racconto di formazione che non aggiunge forse nulla di nuovo alla già nutrita schiere di "Zazie" dello schermo ma riesce a raccontare un'epoca e un'età fondendole magicamente tra loro, senza mai indugiare nella nostalgia. Perché, in fondo, questo piccolo film di grandi attori, più ancora che il tenero ed amaro diario di un'adolescente che ha saltato l'infanzia, è il racconto di un'opportunità. I francesi dicono "chance", che suona un po' "fortuna" e un po' "caso", ma è comunque un'opportunità. Dunque bando alle nostalgie e largo ai film come questo, che, come i bei romanzi, si vorrebbero veder proseguire. 


I riflessi innati


L'apprendimento è il mezzo con cui gli esseri umani imparano le proprie conoscenze e sviluppano le proprie capacità. A differenza di molti animali, gli umani nascono infatti quasi del tutto privi di conoscenze innate.
Le poche conoscenze istintuali di un neonato sono riflessi innati. I riflessi innati sono risposte fisiologiche, non apprese, a uno stimolo.
Alcuni di questi sono fondamentali per la nutrizione. Altri svolgono una funzione protettiva. Nel corso degli anni, però, gli esseri sviluppano altri riflessi per mezzo dell'apprendimento.


Memoria Sensoriale


La memoria sensoriale, osssia la registrazione di quanto è percepito dai nostri sensi. I piu studiati sono:
  • La memoria visiva o iconica, ha una durata di 0,25 secondi
  • La memoria uditiva o ecoica circa 2 secondi 

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